Judith-Artemisia Gentileschi
testo interpretazione e regia Maria Inversi
Musiche Franz Schubert Alban Berg Leos Janacek
Foto Sergio Sottile
1992-1993
Artemisia Gentileschi dipinse quasi ossessivamente il mito di Giuditta e Oloferne. Mi convinsi che la ragione doveva trovarsi in qualche vissuto della sua biografia. Mi colpirono dei suoi dipinti, alcuni particolari che si differenziavano da tutta l'iconografia che conoscevo del mito, ivi compreso quello del Caravaggio, dove Giuditta è bionda, gracile e, benchè determinata nel suo gesto, il corpo un poco se ne allontana. Artemisia dipinse Giuditta coraggiosa, forte, cosciente, determinata e fisicamente prestante, donna che poteva anche non essere aristocratica. Lei, come si sa, subì un processo per stupro perpetrato su di lei da Agostino Tassi, processo che la pose sotto tortura delle cordicelle sulle mani, lei pittrice, poichè il clero dovava accertarsi che la denuncia del padre a un anno di distanza e, lei stessa, non mentissero.
La Gentileschi ebbe comunque un notevole successo anche per le sue doti di intraprendenza e coraggio di muoversi nel mondo.