Fiori nell’oblio – 2004

Amelia Pincherle Rosselli, ebrea italiana, Marianne Golz Gudlust e Milena Jesenka, riconosciute giuste tra le nazioni: tre donne perseguitate dal regime nazista che raccontano la propria storia attraverso il lavoro di Maria Inversi realizzato dal Forum Austriaco di Cultura a Roma in collaborazione con il Comune di Roma, la Casa delle Letterature e l’Università degli Studi Roma Tre.
Se non è mai facile parlare della Shoah in generale, è ancor più difficile raccogliere, interpretare e collocare i racconti e le testimonianze che riguardano l’universo femminile delle perseguitate e delle vittime. Il contributo della regista-scrittrice Maria Inversi è da considerare, senza incertezze, uno dei più puntuali e sconvolgenti che sia stato fatto in proposito. I tre eventi da lei ideati rappresentano tre differenti approcci, quello letterario, quello teatrale e quello del recital, per trasmettere al pubblico spaccati di vita e dar modo di condividere “l’altra storia”, una storia a 360°, senza omissioni, senza censure, senza complessi interpretativi. Sono state spese pagine e pagine di riflessioni e di studi circa i significati dei silenzi dei testimoni diretti della Shoah, quello che invece si disvela in occasione di questo complesso lavoro sono confessioni a tutto tondo, giocate sul filo del sentimento, racconti di donne che non intendono piegarsi agli orrori della storia e trovano la forza di far prevalere le loro ragioni e le loro private incertezze. Tre donne protagoniste e vittime della persecuzione antisemita del secolo scorso, ma anche tre donne che per scelta o per status naturale potrebbero rappresentare altrettante vittime della storia dei nostri giorni. E’ a proposito di questo che viene da fare una considerazione sconcertante: se è vero che il fenomeno della Shoah è da considerarsi come evento unico nella storia dell’umanità, in quanto attacco alla vita in sé stessa di una parte del genere umano, è anche vero che attualmente tale abominio è ancora riscontrabile in alcune parti del mondo nei confronti di una categoria specifica, quella delle donne. E’ per questo che scavare nell’intimità delle singole storie di donne presentate da Maria Inversi significa attivare un approccio vicino a quello del paradigma indiziario, un approccio capace di far trovare riscontri e connessioni sia all’interno di quel particolare periodo storico, che nell’ambito di quella che è una storia ancora da scrivere, ma che non riserva situazioni di minore allarme.