Oggi voglio essere felice – Sabina Spielrein, Jung, Freud – 1999/2000

Time Out Roma, 30 marzo – 5 aprile 2000
L’amante di Jung

… “Oggi voglio essere felice” è una frase tratta dal diario di Sabina che titola, non a caso, il progetto artistico; un titolo scelto per recuperare, di un personaggio così complesso, la profonda solarità, una vitalità che si dispiega sulla scena occupata da quattro figure, due maschili che impersonano Jung e Freud e due femminili, che danno corpo ad un dialogo fitto tra Sabina giovane e Sabina adulta. Un colloquio che precede per differenziazioni anche stilistiche, fra il registro onirico dei tre personaggi che rappresentano il passato, le due figure maschili e la Sabina adolescente, e quello realistico della Sabina matura, il cui sguardo si posa sulle altre affettuoso e distante. Uno sguardo che “risulta essere, da qualche parte, assolutamente vincente”, come afferma Maria Inversi, una figura dislocata, calata in uno spazio rigorosamente maschile che ne censura anche il linguaggio. Sabina attende che la storia del 900, così intimamente legata alla psicanalisi, la riconosca, lei “così smisurata” […] (Roberta Corbo)

DWpress – Il notiziario delle donne Anno VI, n. 80, 3 aprile 2000 Psicanalisi.
Un progetto per ricordare Sabina Spielrein, prima donna medica e psichiatra

… “La complessa e interessante – per il tempo straordinario in cui visse – storia di Sabina Spielrein, la cui esistenza fu segnata da psicosi e dolore (una parte della sua famiglia fu sterminata sotto il regime di Stalin), ma anche da grandi passioni e grandi ideali, non sarebbe mai giunta al grande pubblico se un’altra donna, impegnata da tempo in una sua personale ricerca di un linguaggio teatrale “che parli del femminile scardinando i tanti abusati stereotipi”, non avesse dato vita con il suo progetto ad un’avvincente storia di una donna che ebbe un ruolo di primo piano all’interno del movimento psicoanalitico, come testimoniano lettere e documenti ritrovati a Vienna di recente, risorti da un oblio lungo ottant’anni. […]” (Ca.G.)

Il Giornale Roma, 3 aprile 2000
Sabina, terza incomoda tra Freud e Jung

… “Il mio lavoro non ha certo la presunzione di voler essere esaustivo. Utilizzando la poesia cerco di suggerire immagini, emozioni, concetti. Jung e Freud, ad esempio, vengono evocati in scena da due ballerini che danzano non sulla musica bensì su alcune frasi estrapolate dagli scritti stessi dei due padri fondatori della psicanalisi”. Ad interloquire ora con l’uno ora con l’ altro c’era lei: Sabina. Con le sue lotte, la sua modernità, il suo amore per i bambini, il suo difficile rapporto con la madre dentista; il suo lutto interiore per la scomparsa prematura della sorella, il suo percorso di autoanalisi mai concluso, la riflessione sul concetto di morte. […]” (Laura Novelli)

Il tempo 3 aprile 2000
Riflettori puntati sulla Spielrein, fedele paziente e amante di Freud

…Uno spettacolo per ricordare la vicenda umana di Sabina Spielrein […], che a 18 anni conobbe Carl Gustav Jung, fu sua paziente e ne divenne l’amante e che ebbe rapporti con l’altro grande padre della psicanalisi, Sigmund Freud. […]. Lo spettacolo si intitola “Oggi voglio essere felice”, lo ha scritto e lo dirige Maria Inversi. […]

La Stampa Storia di Sabina Spielrein

[…] Quella della Spielrein fu un’esistenza segnata dalla psicosi e dal dolore (parte della sua famiglia fu sterminata da Stalin) ma anche dalle grandi passioni e grandi ideali. A narrare così intensa e ricca esistenza uno spettacolo di Maria Inversi, attrice, autrice e regista di diversi testi teatrali ispirati a donne di enorme fascino, ma spesso trascurate […] (Rossella Fabiani)

Italia Sera 4 aprile 2000
La vita della Spielrein all’Agorà.
La storia di Sabina: da paziente a medico.

[…] La Spielrein fu la prima donna medico e psichiatra e l’unica presenza femminile chiamata a partecipare agli incontri del mercoledì che si tenevano in casa di Freud. […] (Massimo Barzetti)

La Repubblica 5 aprile 2000
Donna e psicanalista da Jung alla felicità.

“[…] unica voce femminile ammessa ai mercoledì di casa Freud. Per raccontare la vicenda della prima donna divenuta medico-psichiatra (proprio su spinta di Jung) la regista Maria Inversi ha scelto una chiave poetica, con i personaggi di Jung e Freud affidati a danzatori e alle voci registrate di attori che utilizzano stralci della loro corrispondenza con la Spielrein” […] (Antonella Piperno)

DWpress – Il notiziario delle donne Anno VI, n. 84/85, 7/8 aprile 2000
Psicanalisi.
Sabina Spielrein tra Freud e Jung

“[…] Nel caso specifico parliamo del lavoro straordinario di Sabina Spielrein, paziente e collega di Jung, le cui intuizioni psicoanalitiche sono alla base sia delle teorie di Jung relative all’Anima, sia dei lavori freudiani sulla distruzione e sulla schizofrenia.” […] (A.Bat)

Il foglio de Il Paese delle donne Anno XIII, n.8/9, 10 aprile 2000
Oggi voglio essere felice

“[…] Nel mio percorso creativo all’interno del femminile mi sono accorta che c’è una coerenza interna molto forte, ci sono dei dati del mio percorso artistico, nei miei spettacoli, che si ripetono sempre e la cosa mi ha sconvolto quando me ne sono accorta, perché poi i tempi sono completamente diversi, da Camille Claudel ad Artemisia Gentileschi all’Antigone, ecc. Le scritture che io faccio, partono sempre da uno sguardo dell’ interiorità femminile, da un tentativo di capire in questa interiorità qual è il disagio rispetto alla società con cui in quel momento entra in comunicazione […]” (Antonella Marra)

Giornale di Ostia 14 aprile 2000
Abbiamo visto al Teatro Agorà di Roma “Oggi voglio essere felice” di Maria Inversi, dedicato a Sabina Spielrein.

“[…] Capita raramente, in questi ultimi anni, di andare a Teatro molto sicuri della qualità del prodotto da vedere e di non restarne delusi. È il caso di questo intrigante testo di Maria Inversi rappresentanto al Teatro di via della Penitenza. Conosciamo il lavoro di Maria Inversi da diversi anni, così come c’era nota la bravura di Mirella Mazzeranghi […]. Lo spettacolo affronta il tema di uno dei periodi più affascinanti della storia del pensiero psicoanalitico, nel momento in cui Freud e Jung conobbero Sabina Spielrein, russa di origine ebrea, paziente, allieva ed amante di Jung […]”. (Max Balazs)

Italia Sera 19 aprile 2000
All’Agorà lungo il filo della memoria. “Oggi voglio essere felice” scritto, diretto ed interpretato da Maria Inversi

“[…] Lo spettacolo si muove, sottolinea la Inversi, “lungo il filo della memoria storica ed onirica”, un percorso in cui, spiega meglio la regista, “si snoda la vita di Sabina che, raggiunta la maturità, racconta e mostra al pubblico la sua storia di ragazzina malata e ferita, giovane appassionata e studiosa, in una erranza derivata dalle sue inquietudini, dal suo spirito indomabile e libero, sempre alla ricerca della verità ed estremamente idealista” […] (Annalisa Venditti)

La Stampa – Torino Sette n. 579 da venerdì 10 marzo a giovedì 16 marzo
Jung, Freud e l’isterica. “Oggi voglio essere felice” pièce sulla follia allo Juvarra

“C’è stato un periodo in cui i due padri della psicanalisi moderna, Freud e Jung, stavano per raggiungere il massimo della notorietà e del successo. E fu proprio in quegli anni, forse i più fulgidi e affascinanti di tutto il movimento psicanalitico, che i due medici fecero la conoscenza di Sabine Spielrein, giovane russa di origini ebree, affetta da isteria paranoica. Sabine incontrò Jung per curarsi e ne divenne dapprima paziente, poi allieva ed infine amante. Proprio quest’ ultimo ruolo, forse, offuscò la fama di medico psichiatra e di ricercatrice di talento, tanto da far sottovalutare per lungo tempo le sue pur preziose indagini ed infine confinandola nell’oblio, schiacciata dalla notorietà dei suoi due illustri maestri.[…]” (m. bo.)

Inoltre segnalazioni su:

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