Un uomo senza ambizioni – 1998

L’ Arena

“…La Storia di Luca, sconfitto ma non perdente, avvolge chi l’ascolta, fino a far ridere Il pubblico che simpatizza con questo personaggio che teneramente ironizza sulle proprie debolezze, sulle proprie sfide impossibili, che sono il proprio passato con incursioni oniriche, senza amarezza né rancore: con comprensione. L’orizzonte di una vita Fondata sui bisogni radicali dell’amore, dell’amicizia, della poesia appare lontano e…Sfumato…” (Silvia Siena)

“…Ispirata ad un fatto di cronaca, la storia di Luca si conclude con il suicidio: che se da una parte è certo il segno di una resa, dall’altra è anche una rivendicazione dì coerenza da parte di quest’uomo, disposto a portare fino alla morte l’orgoglio della propria fragilità. Anzi fin dopo la morte, visto che, con un tocco fantastico venato d’ironia, preambolo ed epilogo collocano Luca in un aldilà poco diverso dalla vita terrena, nel quale il protagonista difende la propria mancanza di ambizioni anche al cospetto di un Dio grintoso, moderno, manageriale, un Dio che è…come tutti gli altri. In secondo luogo c’è il lavoro sull’attore Boris Vecchio della Inversi regista, che tenta, riuscendoci, di tradurre la “debolezza” dell’attore rispetto ai canoni maschili dell’interpretazione teatrale…” (Nicola Pasqualicchio).

II Centro

“…La preghiera rock di Nina Haghen apre la storìa di Luca, piccolo e sconosciuto eroe quotidiano, come ce ne sono tanti oggi, in lotta (spesso sopraffatti) con “il sistema dei sistemi” competitivo e sfruttatore, ipocrita e bieco. Luca è il protagonista dell’intensa Pièce “Un uomo senza Ambizioni” scritta e diretta da Maria Inversi…L’autrice si. era ispirata a un fatto di cronaca avvenuto anni fa in Sardegna …nello scrivere un atto un atto unico e poetico insieme. La tragedia di Luca e dei tanti eroi della quotidianità di cui nessuno sa nulla è di non avere ambizioni, grinta, specializzazioni, gioventù: “trentasei anni vari mestieri” e un curriculum da ridere, si può aspirare sole a un lavoro nero, precario, sottopagato. Non frega a nessuno che Luca sia un poeta, un buono, un puro… “ Un uomo senza ambizioni” è un bel lavoro, di attualità (purtroppo)sconvolgente, sorretto anche da un interprete sensibile come Boris Vecchio, clown prestato al teatro di parola e ben diretto da Inversi…(Anna Fusaro).

Il Secolo XLX

Tre valigie di ricordi: una vita chiusa in pochi, anonimi bagagli, da trascinare con fatica, sballottati dalla vertigine della parola eternità. Una storia che esce dalle poche righe di un trafiletto di cronaca e diventa ricostruzione di una tormentata vicenda personale: la notizia, il “caso” di suicidio di un disoccupato depresso, lasciano spazio all’emergere di un’individualità che non accetta la legge della competizione a tutti i costi, l’obbligo del successo. E’ uno sconfitto, ma non un debole, questo eroe della quotidianità che Maria Inversi racconta nel suo “Un uomo senza ambizioni”: il monologo interpretato da Boris Vecchio, è stato uno dei più apprezzati del Sarabanda Festival, in programma questi giorni nell’antico chiostro di Santa Maria di Castello. Commuove e coinvolge la vicenda di quest’ uomo che, insieme ai lavoro, perde la sua identità, gli amici e una donna che non riesce a gettare uno sguardo oltre le pastoie dei ruoli. Soprattutto i giovani applaudono questa pièce. Che usa toni smorzati, che vive di lampi improvvisi e penombre, che intreccia sorrisi E riflessione, staticità e movimento. Costantemente in bilico tra poesia e attualità, tra fuga e immersione nell’oggi. Un gioco di acrobazie che ritorna e diventa tratto distintivo di questa settima edizione del Festival… (Stefania Giara)